Consulenza per la gestione dell'overtraining


Ovetraining

Di seguito riporto un mio articolo del 2010 per un blog che più di una volta è stato il gancio per tanti atleti che mi hanno contattato per una consulenza. 

Il blog è quello di ultramaratone e dintorni:


  

Pratico triathlon a livello amatoriale (nuoto-bici-corsa) ma non mi sono mai cimentato nel tanto agognato Iron Man (3,8 km, 180 km, 42 km). Circa 7 anni fa mi sono imbattuto nel peggiore dei guai per un atleta. Tutto è cominciato con uno stiramento ad un tendine, stop forzato e tanto nervosismo. La voglia di riprendere e recuperare la forma persa mi mise letteralmente ko! Non me ne rendevo conto, mi allenavo sempre di più e mi sentivo sempre più teso e demotivato fino a quando alla fine di ogni allenamento avevo 40 °C di febbre. Un bel giorno non riuscivo ad alzarmi dal letto, non avevo forza nelle gambe con sensazione di migliaia di spilli nei muscoli e 35,2 °C di temperatura con costante presenza di fascicolazioni per tutto il corpo ( i muscoli si muovevano per conto loro). Dopo settimane di riposo forzato la situazione migliorava ed io riprendevo gli allenamenti. Punto e a capo, anzi i disturbi erano più forti. Girai medici, specialisti, fino a quando mi fu diagnosticata la spasmofilia e/o fibromialgia. Un direttore di un centro di medicina dello sport mi disse che dovevo veicolare la mia energia altrove e non alla disciplina sportiva che amavo tanto, mi suggerì di riprendere gli studi quando avevo 35 anni. Sicuramente c’era un interessamento fisico, biologico ma lo stato emotivo era fortemente coinvolto. Qualcuno ha definito tale situazione come disagio “somatopsichico”. Sospendere gli allenamenti per uno sportivo è come voler fermare un treno in corsa, tutta quella energia da qualche parte deve sfogarsi. Nel mio caso l’energia prodotta giornalmente anziché manifestarsi esternamente con le sedute di allenamento, implodeva con la mia angoscia. Erano passati diversi mesi senza allenarmi, dovevo ritornare ai banchi di scuola e non la presi bene la cosa ma stranamente fui sorpreso quando superai a pieni voti il test di ingresso al corso di laurea in scienze motorie.
Sono passati alcuni anni, mi sento benissimo, le fascicolazioni non le ho più da tempo, ho ripreso ad allenarmi, ho migliorato il mio stato di forma pre-infortunio e sto per laurearmi, manca solo la tesi (Motivazione ed aspetti psicologici per gli sport di endurance). Credo di aver vinto io.
Non sono un ultramaratoneta ma l’overtraining può colpire chiunque.

 

Aggiunge Beppe Carella, a conclusione delle sue riflessioni: Desidero che il mio contributo possa essere condiviso affinchè possa essere evitata la mia odissea qualora si presentassero i sintomi da parte di qualcuno. L'overtraining è subdolo, non bussa alla porta e non si presenta come uno stiramento o strappo muscolare. Può comparire anche dopo alcuni giorni da un evento e/o periodo di carico estremo. L'abbassamento delle mie capacità fisiche mi mise nella condizione di "subire" stress di poco conto: alzarmi dal letto per andare al lavoro, rispondere al telefono che squilla, vedere un film d'azione, organizzare la giornata e perfino osservare la gente che attivamente ed energicamente lavorava.

Vedevo la mia vita dietro un vetro opaco e per fare cose semplici dovevo ripetere mentalmente ogni passaggio (chiamo l'ascensore, apro la porta, chiudo la porta, quale piano?, l'ascensore si muove, ... e coì via).

E' stata davvero dura...



A distanza di un anno mi son laureato con 110/110 presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Bari al corso di Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive e faccio il mestiere più bello al mondo.


Ho vinto io, perché ciò che non ti ammazza, ti rende più forte!