L'uscita domenicale è un compromesso

Spesso ci si ritrova in gruppo con atleti e livelli di preparazione completamente differenti. Specie d'inverno, si sta per tutta la settimana a fare sedute in solitaria con lavori specifici o sul rullo quando fuori è buio o piove. Per altri diversamente impossibilitati ad allenarsi, la domenica diventa l’unico momento dedicato alla bicicletta. Per chi non sa rinunciare all’aspetto sociale e ricreativo che la bicicletta sa dare c'è chi non è preparato pur sapendo di massacrarsi mentre c'è pure chi sa di "passeggiare" se ha avuto tempo di allenarsi, la domenica mattina diventa croce e delizia per molti cicloamatori.


Riporto alcuni consigli per rendere quanto più proficuo il lavoro domenicale pur rispettando gli aspetti sociali e ricreativi. Generalmente dopo i primi 30 km condotti a ritmo blando, si accende la bagarre e chi ne ha di più vuole dimostrare quanto è più forte degli altri tirando a tutta. Questo è uno dei motivi per cui il gruppo si spezza in più tronconi col rischio di dividersi e cosa che accade spesso, perdersi per poi trascorrere del tempo tra telefonate e dietrofront per ricongiungersi. Totale, diversi minuti sottratti al divertimento e all’allenamento.

Cosa fare allora? In piano, chi ne ha di più può fare da “locomotiva” dividendosi il lavoro con chi ha spiccate doti di passista evitando accelerazioni che possono far male a chi è arretrato. Diversamente chi riconosce di stare in una condizione non ottimale, evitasse di perdere energie preziose con accelerazioni ed ancora peggio a dare dei cambi a chi sfonda il muro del vento. 

In salita le cose sono un po’ diverse. A differenza del “piano” dove il gruppo compatto può reggere tranquillamente velocità oltre i 30 km/h stando tranquillamente a ruota, in salita bisogna fare affidamento solo ed esclusivamente al proprio motore. E’ proprio in questa fase che i più forti anziché stare avanti a tirare con l’intento di sfaldare il gruppo, dovrebbero arretrarsi, come a voler controllare. L’allenamento sarebbe ancora più fruttuoso se partendo dalle retrovie si cominciasse a sorpassare uno per uno ogni compagno con la possibilità di incitarli. L’intento è quello di scollinare tutti insieme, possibilmente i più lenti avanti, mentre dal retro ci sarà chi se l’è giocata con scatti e controscatti alla conquista della vetta risalendo il gruppo. L’uscita domenicale non è una gara ma un momento per stare insieme e perché no, stancarsi di più di quanto non si faccia in gara perché le classifiche non ci sono.


Già dopo 2 / 3 ore di uscita, per i meno allenati la fatica comincia a farsi sentire e si fa già rotta per il rientro. I più freschi possono stare avanti a tirare o a disegnare le curve laddove la strada è in discesa col fine di tenere il gruppo compatto. Ruolo ancora più importante e a grande dispendio energetico (molto allenante) è quello di fare da “spola”. Due persone possono alternarsi nel sfilarsi completamente e risalire per controllare che non si stacchi qualcuno, dando all’occorrenza la ruota e qualche parola di incoraggiamento per far rifiatare chi ha perso le ruote del gruppo. La seconda spola può risalire velocemente dando il comando a chi sta avanti di rallentare il ritmo.
Negli ultimi dieci chilometri, chi ne ha ancora, può approfittarne per fare dei bei lavori di “ripetute” di velocità che se ben conosciuti nel mondo dei runners, molti ciclisti non sanno cosa sono. Possono sfruttare il gruppo per sorpassarlo e fare scatti e allunghi partendo letteralmente dalla coda portandosi a 10 / 20 km/h in più per 1 … 2 minuti per poi smettere di pedalare ed attendere che il gruppo arrivi. Ancora più interessante farlo in due / tre persone e per diverse volte. Vi assicuro che questi lavori ripetuti, svolti a fine seduta saranno quelli che peseranno più di tutta la seduta stessa. Ottima preparazione per le gare.