INFORTUNIO E PERFORMANCE

Non dovrebbe mai arrivare ma quando arriva è un momento topico sia per l'allenatore che per l'atleta. Buttarsi giù seve a ben poco, bisogna accogliere l'infortunio così come occorrono fiducia, perseveranza, pazienza e consapevolezza per il lavoro che è stato fatto che di certo non sarà vanificato per uno stop and go di settimane / mesi.

L'atleta si sente spaesato, ha sentimenti di sconforto, demotivato, vuole mollare tutto ed è qui che emerge il campione. La grande capacità dell'atleta non è quella di non infortunarsi mai, ma per tutte quelle volte che è riuscito a rialzarsi. Ogni volta che accade, è un motivo per accrescere la determinazione che via via diventa più forte di prima, l'infortunio è una opportunità. Proprio nei momenti difficili e di costernazione si ritrovano quelle motivazioni primordiali di abnegazione e sacrificio.

Il tecnico di certo non si rallegra di fronte ad un infortunio. Ne prende atto, si confronta con l'atleta, lo sostiene e lo incoraggia. Ha l'onere di rivede a ritroso cosa è stato fatto e dove si potrà migliorare. L'allenamento è personalizzato, va tutto tracciato, i moderni sistemi di pianificazione e tracciabilità aiutano molto in questo (Garmin Connect, training peaks, feedback dell'atleta con un diario condiviso,..) Il tecnico è consapevole del fatto che la reiterazione degli stessi piani d'allenamento possono riportare l'atleta ad una recidiva. Non si può pretendere che le cose cambino se si continuano a fare le stesse cose. Il mestiere del tecnico è molto difficile, occorre una lunga fase iniziale di conoscenza con l'atleta per entrare in empatia, probabilmente si faranno degli errori, proprio lì si riconosce la stabilità del legame e fiducia che c'è tra atleta e tecnico, basta una piccola interferenza (genitore, pensieri negativi ricorrenti, utilizzo errato dei social, instabilità emotiva,....) per far saltare tutto.

Dopo l'infortunio occorre una fase riabilitativa, una riatletizzazione e successivamente un piano d'allenamento differente da quello precedente, il tutto va svolto in funzione della prima gara vista come banco di prova.

Quando arriva il successo, è tutto merito dello staff: tecnico, atleta, genitori, sostenitori.